viernes, 24 de abril de 2015

FRANCESCO APRILE - RAGUSA - SICILIA - ITALIA


Biografia

FRANCESCO APRILE - Giovane esecutore di musica popolare siciliana, si forma artisticamente in Sicilia. Artista poliedrico, scrittore di testi inediti in lingua natia, Francesco è un artista, che con la sua musica e le sue canzoni, racconta la Sicilia. ( così è stato definito dai critici, motivo del riconoscimento ricevuto nel 2013 alla Sicilianità ). 

Molti brani scritti e composti da lui hanno ricevuto, in più occasioni, lusinghieri consensi dalla critica. Sin da piccolo, emerge la passione per la musica popolare a cui la sua voce si adatta e si adagia in modo simbiotico e viene fuori una personalità artistica eterogenea che spazia nelle varie forme d’arte, in particolare tra musica, danza e teatro.
All’età di 17 anni, si distingue per capacità organizzative ed eclettismo artistico con la partecipazione al musical “ Forza venite gente”, rappresentato nei teatri della Sicilia sud orientale, col ruolo del Diavolo. 

Fra gli eventi più prestigiosi, l’artista ha inaugurato il Taranta Sicily Fest alla presenza di 8.000 persone. Francesco è spesso invitato a prendere parte a diversi concerti di carattere popolare finalizzati all’esaltazione e al recupero dell’arte e della cultura delle tradizioni popolari siciliane.
E’ stato insignito nel 2013 del Premio alla Sicilianità come giovane artista per l’impegno continuo alla diffusione e ricerca della cultura musicale/popolare siciliana.

Ha tenuto diversi concerti in tutta la Sicilia per conto di enti pubblici e privati, fra cui il concerto (Viaggio in Sicilia) presso una prestigiosa location del ‘400 per la delegazione Internazionale UNESCO in visita nel distretto sud/orientale della Sicilia.
Francesco Aprile cantautore ed interprete, vanta un vastissimo repertorio di musica popolare siciliana, con particolare riferimento ai grandi nomi della cultura popolare sicula.

Nel 2013 riceve il Premio alla Sicilianità con il primo singolo “ CULURI RI PRATI “, con la seguente motivazione:

                              -          Francesco APRILE si può definire un cantastorie in chiave moderna, perché nella sua musica si racchiudono le caratteristiche principali di ciò che è la                                          tradizione della musica popolare siciliana non tralasciando la poetica e le classiche cadenze popolari.

 Nel dicembre del 2014 esce il nuovo singolo dal titolo SE FUSSI PUETA, un brano molto diverso da Culuri ri Prati che vede il coinvolgimento anche di un Soprano lirico.

 Attualmente oltre a svolgere un’intensa attività concertista da solista e con la sua band, studia canto finalizzato all’interpretazione e alla ricerca storica delle canzoni del repertorio popolare e recupero delle tradizioni musicali siciliane, lavoro grazie al quale ha già ottenuto la composizione di un vasto repertorio.









domingo, 19 de abril de 2015

MAARTEN VAN AALDEREN - ROMA - ITALIA


Nascita: 22-04-1965 a Weesp (Olanda)
Titolo di studio: dottorato di ricerca in filosofia sul concetto di religione in Giovanni Gentile
Lavoro:  corrispondente del quotidiano olandese De Telegraaf da più di diciotto annie.
Secondo lavoro: insegnamento sul paragone tra giornalismo italiano e straniero all'università telematica UniNettuno
Premi: premio Sicilia Madre Mediterranea 2008, premio internazionale per la Cultura Santa Margherita Ligure 2009 (ricevuto da Paolo Mieli)
Presidente dell'Associazione della Stampa Estera da marzo 2009-marzo 2011 e da marzo 2013-marzo 2015
Lingue conosciute: olandese, inglese, tedesco, italiano, turco







facebook: https://www.facebook.com/maarten.vanaalderen?fref=ts

Acquisire il libro:
http://www.amazon.it/Bello-dellItalia-Maarten-van-Aalderen-ebook/dp/B00T1060QI


viernes, 10 de abril de 2015

OPERA LIRICA GESÙ











GESU’
Opera lirica in due atti









Testo in prosa di Andrea Arnaboldi e Claudia Banfi

Parti cantate tratte dalle Sacre Scritture e da vari testi
(Dante Alighieri, San Francesco, Santa Caterina da Siena, padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II)












Musiche di Andrea Arnaboldi



ATTO PRIMO

ISAIA:
Voce di uno che grida nel deserto
Preparate la via del Signore
Appianate i suoi sentieri
Ogni burrone sia colmato
Ed ogni monte e colle abbassato,
le vie tortuose diventino dritte
e le aspre diventino piane;
e vedrà ogni carne la salvezza di Dio
(Luca cap.3 vs.4-7)

Angelo:
Salve, piena di grazia, il Signore è con te.
Non temere, Maria, perché hai la grazia di Dio. Concepirai, partorirai, ed il suo nome Gesù sarà. Grande sarà e nome avrà: figliolo dell’Altissimo e Dio darà a lui il suo regno e il suo regno sarà in eterno.
(Luca cap.1 vs.31-33)

Maria:
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta
In Dio mio salvatore;
perché ha rivolto gli occhi alla sua serva.
D’ ora in poi mi chiameranno beata;
grandi cosa ha fatto a me l’Onnipotente,
Santo è il suo nome e la misericordia è su chi lo teme.
Ha spiegato il suo braccio e disperso i superbi
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili,
ha colmato di beni gli affamati
e rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri ,
a favore di Abramo e la sua stirpe.
(luca cap.1 vs.46-56)


Narratore:
E’ commovente questo grande affresco iniziale, è il momento dell’annuncio dell’antico profeta. E la profezia si manifesta attraverso l’angelo che avverte Maria del suo stato e della imminente nascita del messia. La giovane fanciulla non capisce, ma acconsente e accoglie la volontà di dio ed il bimbo che porta in seno.
Una semplicità disarmante, poche essenziali parole annunciano l’avvento dell’uomo che cambierà la nostra storia.
E così tutto ebbe inizio. E tutti, all’inizio accolsero il messia con una gioia incontenibile, con un tripudio di doni, di canti di manifestazioni d’amore e d’affetto.


Popolo:
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
E pace in terra agli uomini di buona volontà
(Luca cap.2 vs.14)


Narratore:
Meravigliosa festa, immensa gioia donata dal grande consolatore. Un grande avvenire per il figlio dell’uomo. Così sembrava vedendo il caloroso abbraccio dell’umanità e i doni al piccolo messia. Così sembrava vedendo tanta gioia intorno alla capanna, intorno ai genitori, intorno a Lui.
Qualcuno invece tramava nell’ombra.
Erode, il re, il sovrano della terra in cui era nato Gesù non poteva permettere che qualcuno gli insidiasse il regno, anche se era solo un pargoletto. I potenti rigettano chi minaccia il loro piccolo regno.
Cercò in tutti i modi di scovarlo, tentando di ingannare anche i re magi, i grandi astrologi che dall’Oriente vennero a rendere omaggio a quel bimbo annunciato dalle stelle.
Non vi riuscì.
E fu allora che perpetrò una delle più terribili stragi della storia.
A sangue freddo diede ordine di uccidere tutti i bambini fino ai due anni di età, senza alcuna pietà, sperando che fra essi vi fosse il suo nemico.
Ma Giuseppe, il padre del bambinello, veniva avvertito da un angelo di fuggire da quella terra intrisa di sangue innocente.
Poi il terrore finì, tutto passò. Quell’uomo maledetto, Erode, s’inabissò nel cono infernale e di nuovo l’angelo avvertì Giuseppe di riportare la sua famiglia in Israele.

Angelo:
Levati, prendi con te il bambino e sua madre e ritorna laggiù in Israele, perché sono morti coloro che attentavano alla vita del bambino
(Matteo cap. 2 vs.20-21)

Angelo:
E Giuseppe, il mite e laborioso falegname si accinse ad obbedire un’altra volta. Quante volte si soffermava a pensare a quanto gli era accaduto. Tante cose erano incomprensibili e lui voleva capire. Ma i misteri di Dio sono imperscrutabili. Aveva trovato Maria, la sua sposa promessa, incinta prima del matrimonio, un peccato mortale per la legge di Israele. Avrebbe potuto ripudiarla, ma aveva deciso di non farlo. Poi … il censimento, la nascita del bimbo a Bethlemme, la fuga in Egitto, con la paura di essere braccato e ucciso con la famiglia. E poi …. la vita da padre di un figlio di cui nemmeno lui conosceva la eccezionalità. Quanti problemi! Ricordava quella volta in cui Gesù, dodicenne, si era allontanato da lui e da Maria. Lo avevano ritrovato nel tempio che discuteva con i sacerdoti. Quanta angoscia! Ma poi, poi quel bimbo straordinario, che tanto lo aveva provato, divenuto uomo, sbalordì tutti e cominciò, piano piano a svelare la sua vera natura.





Maria, Gesù, popolo:
Coro: non c’è più vino…è terminato…le otri sono vuote che faremo…
Maria: Gesù, non hanno più vino
Gesù: che vuoi donna? La mia ora non è ancora venuta…
Coro: che faremo le otri sono vuote
Maria ( chiama a sé i servi) andate da Gesù e fate qualunque cosa vi dirà
Gesù: riempite d’acqua le giare fino all’orlo. Attingete adesso e portatene al capo della mensa.
Coro: tutti servono il vino buono prima e il meno buono quando si è già brilli. Tu hai tenuto da parte fino ad ora il vino buono
(Giovanni cap.2 vs.1-11)
bravo…evviva…evviva

Narratore:
E a Canaan il primo miracolo, un grande esordio, o forse no. Chissà quanti si sono accorti della trasformazione dell’acqua in vino dato che sembra fossero tutti brilli. Gesù accontentò la sua mamma. In effetti non diede così nell’occhio. Probabilmente neanche il padrone di casa, brillo pure lui, si era accorto dell’accaduto malgrado la maliziosa battuta dell’architriclino (il capo della mensa)
Non era ancora giunto il suo tempo ma amava troppo sua madre per opporre un no ad un suo desiderio.
Altri segni, altri miracoli seguirono questo. Alcuni per premiare una grande fede come la guarigione del servo del centurione, o della donna emorroissa, avvenuti nella riservatezza e quasi nella segretezza.
Altri miracoli coinvolsero grandi masse, come la moltiplicazione dei pani, altri furono compiuti per mettere alla prova i farisei, suoi persecutori e acerrimi oppositori della sua parola, come la guarigione del cieco nato. Altri per amore, solo per amore, come quello della resurrezione dell’amico Lazzaro.
Ai miracoli alternava le parabole ( ) e alle parabole i discorsi. Il più toccante lo tenne sulla montagna. Sono le beatitudini. Mai nessuno prima di Gesù aveva definito le beatitudini con tanta semplicità e chiarezza..


Gesù:
Beati i poveri in ispirito, perché ad essi appartiene il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché possiederanno la terra.
Beati gli affamati e gli assetati della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i pacifici, perche saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché ad essi appartiene il regno dei cieli.
Beati siete, quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e diranno, mentendo, ogni male contro di voi per causa mia. Gioite ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli; così, infatti, perseguitarono i profeti che vi han preceduti.
Voi siete il sale della terra; ma se diventa scipito, con che gli si renderà sapore? A null’altro è buono che ad essere buttato fuori e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo
(Matteo cap.5 vs.5-14)

Gesù:
Oggi mi direte che ho fatto un grande discorso programmatico.
Ho definito la via da percorrere per raggiungere la felicità eterna. le linee guida di un’azione efficace e duratura.
A ben guardare è tutto il contrario di quello che sembra servire per aver successo nel mondo del terzo millennio dove la spregiudicatezza, l’arroganza, l’arrivismo, l’immoralità e l’egoismo sembrano gli indumenti di cui l’uomo deve vestirsi per sentirsi a suo agio ed accumulare fama, ricchezza e denaro.
E già… oggi i programmi sono diversi…le parabole sono diverse, le preghiere sono diverse … Ti supplico Signore, non io ovviamente, dammi la forza di schiacciare il mio nemico, di spremere chiunque per aumentare il mio potere, a qualunque costo, di mentire pur di raggiungere il mio scopo, di non mantenere le promesse se troppo onerose, di seguire il carro vincente abbandonando chi mi ha consegnato la sua fiducia .… Li vedo questi uomini nelle loro case, grandi o piccole che siano; spendono tutte le loro energie per realizzare i loro desideri o per inseguire i loro miti: C’è chi legge il giornale perché vuol esser sempre informato di tutto, chi si compiace di mostrare agli amici la sua lussuosissima auto, o il modellino dello yacht che vuol comprare, o il progetto della villa nuova. C’è chi, guardando la foto del calciatore o della velina sulla cresta dell’onda, spera di emularli e di raggiungere la loro notorietà. Ricchi e poveri, colti e incolti, tutti bramosi di oggetti, di proprietà, di fama, di ricchezze o di ulteriori ricchezze, perennemente insoddisfatti, perennemente invidiosi. E per queste cose pregano. Preghiere diverse dall’unica che io ho insegnato, una preghiera semplice, pacata ma tanto appagante.


Gesù e popolo:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
E rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori;
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
(Matteo cap.6 vs.9-13)

Narratore:
E alla fine… dopo una vita spesa per l’uomo, il trionfo a Gerusalemme dove il popolo lo accoglie con tutti gli onori tributandogli il giusto riconoscimento per la grande novella che ha annunciato, per le guarigioni straordinarie, per il suo messaggio rivoluzionario…per le sue meravigliose opere.


Popolo di Gerusalemme
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele.
Non temere, figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, seduto su di un puledro d’asino
Giovanni cap.12 vs.13-15



Narratore:
Quanti riconoscimenti! Quanta gloria!!! Ma il popolo e i potenti, i ricchi e i facoltosi, i farisei, gli scribi, … No! non potevano accettarlo. Uguaglianza, parità tra uomo e donna, perdono, superiorità della parola di Dio sulla legge mosaica … Che follia!!!. La plebe che lo acclama, i diseredati che lo amano, i lebbrosi che lo cercano, i peccatori che si redimono, i samaritani equiparati ai giudei. Assolutamente inaccettabile!!
Doveva essere tolto di mezzo!
Doveva necessariamente morire e la sua parola doveva essere cancellata.
Bisognava ucciderlo, con il complice consenso ed il tacito assenso del popolo romano padrone della terra.
E così agirono e prepararono la loro vendetta.
E affinchè la condanna sembrasse legale, istruirono un processo, perché tutto doveva essere secondo la legge, quella ebraica e quella romana.

PILATO, GESU’ POPOLO:
Pilato: Tu sei il re dei Giudei?
Gesù: tu lo dici
Pilato: Non rispondi nulla, vedi, vedi di quante cose ti accusano
Pilato: Chi volete che vi rilasci Barabba o Gesù detto il Messia? Quale dei due dunque volete che vi rilasci?
Popolo: Barabba
Pilato: Che cosa farò dunque di Colui che chiamate re dei Giudei?
Popolo: Crocifiggilo
Pilato: Ma che male ha fatto?
Popolo : crocifiggilo
Popolo e soldati: salve re dei giudei
Popolo: Va là! Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni salva te stesso scendendo dalla Croce. Hai salvato gli altri. Non può salvare se stesso.! Il Messia, il re d’Israele, scenda giù dalla croce: così vediamo e crediamo”.
Gesù: “Elai, Elai, lobo sabactani … Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
(Marco cap.15 vs.2)
(Matteo cap 27 vs.17)
(Marco cap.15 vs.13)
(Marco cap.15 vs.29-37)

Maria:
E cosi tutto è compiuto.
Gesù è morto e con lui la speranza.
I farisei hanno vinto.
I suo discepoli se ne sono andati e lo hanno abbandonato..
La sua missione ….. un fallimento.
Ed Io, sua madre sono nel dolore più straziante e nell’angoscia più profonda .

Narratore:
Così sembrava.
Così sembra anche oggi, visto che molti di quelli che lo hanno conosciuto lo hanno abbandonato.
Lo hanno rinnegandolo, tradito, hanno deriso la sua parola.
Risurrezione, vita eterna, Paradiso…roba da sciocchi e creduloni.
La vita è adesso. Non c’è nè prima, nè dopo.
Le ricchezze devono essere accumulate per questa terra, costi quel che costi.
Ma…i farisei ebbero davvero ragione?
Questi uomini di oggi che sbeffeggiano o ignorano la sua parola hanno ragione?
Tutto successe dopo tre giorni, quando sembrava davvero che la grande meteora del Figlio fosse dimenticata in un Sepolcro.
Alcune donne si recarono alla sua tomba ma non lo trovarono.
Un angelo disse loro che Gesù aveva mantenuto la sua promessa e aveva ripreso il suo cammino.
La morte lo aveva incontrato ma lui l’aveva sconfitta.
Erano sbalordite ed attonite.
Si mostrò ancora una volta ai suoi apostoli finalmente aperti al suo mistero e diede loro un ultimo compito, il più importante, il più impegnativo.
Un compito che hanno assolto con coraggio, con abnegazione, a volte con il dono della vita mortale, affrontando nel suo nome il martirio.
Hanno fatto giungere fino a noi il messaggio del loro Rabbì, le sue gesta e il suo più grande dono: la vita eterna.


GESU’:
A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del figliolo e dello spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo… fino alla fine del mondo
Matteo cap.28 vs. 18-20


POPOLO:
Gloria in excelsis Deo et pax in terra hominibus bonae voluntatis











Atto secondo


Narratore:
La buona novella è stata seminata.
Una nuova aurora elargisce la sua luce sulle nostre esistenze.
Un messaggio chiaro, semplice, inequivocabile.
Amore … Amore … Amore ad ogni costo.
Gesù, il Cristo, l’Emmanuele lo ha chiarito in ogni momento della sua vita.
Aveva a disposizione legioni di angeli, poteva impiegare i suoi discepoli, una folla immensa poteva scagliare contro i suoi nemici. No…amore…
E disse: “Pietro getta la spada … è strumento dei nostri persecutori, la nostra arma è l’amore…solo l’amore”.
Paolo, colui che accolse Gesù sulla via di Damasco lo ha capito…lo ha capito benissimo.

SAN PAOLO:

Qualora io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho la carità sono un bronzo risonante o un cembalo squillante. E qualora avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutte le scienze, e se avessi tutta la fede al punto di trasportare le montagne , se non ho la carità nulla son io.. E se distribuissi, per sfamare i poveri tutti i miei beni, anzi se donassi il mio corpo al fuoco, se non ho la carità, a nulla mi serve.
La carità è paziente, la carità è benigna, non porta invidia, la carità non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, nulla fa di sconveniente, non cerca il suo interesse, non si irrita, non serba rancore per il male, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra del trionfo della verità; tollera tutto, crede tutto, spera tutto, tutto sopporta.
(Lettera di San Paolo ai Corinzi cap.13 v.1)

Narratore:
Uomini come Pietro, come Timoteo, come Filippo e come me hanno irrorato il campo dove crescevano i frutti della fede. Non per la nostra gloria, ma per quella di Dio. Io ho annunciato la buona novella consumando la suola dei miei sandali, sopportando processi iniqui, vili attentati, angherie di ogni sorta, soprusi di ogni genere e macchinazioni menzognere.
Ho resistito e ho fatto si che la parola di Gesù si diffondesse e dilagasse nello spazio e nel tempo cosi che altri ne raccogliessero il testimone e continuassero a far si che la grande pianta della fede non si inaridisse. Tra i tanti Francesco, il poverello d’Assisi che come me ha cercato di imitare il Cristo vestendosi di un semplice saio e nutrendosi della misericordia degli uomini e dei frutti della terra

SANTA CHIARA:
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
dietro a lo sposo, sì la sposa piace.

Indi sen va quel padre e quel maestro
con la sua donna e con quella famiglia
che già legava l'umile capestro.

Né li gravò viltà di cuor le ciglia
per esser fi' di Pietro Bernardone,
né per parer dispetto a maraviglia;

ma regalmente sua dura intenzione
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
primo sigillo a sua religione.

Poi che la gente poverella crebbe
dietro a costui, la cui mirabil vita
meglio in gloria del ciel si canterebbe,

di seconda corona redimita
fu per Onorio da l'Etterno Spiro
la santa voglia d'esto archimandrita.

(Dante Alighieri Paradiso cap.


SANTA CHIARA:
Francesco, entusiasta della grazia ricevuta.
Francesco, innamorato pazzo di Gesù, del creato e di tutte le sue creature

POPOLO:
Laudato si o mi Signore per tutte le creature
Per il sole e per la luna
Per le stelle e per il vento
E per l’acqua e per il fuoco
Laudato si o mi Signore per sorella madre terra
Ci alimenta e ci sostiene
Per i frutti i fiori e l’erba
Per i monti e per il mare
Laudato si o mi Signore perché il senso della vita
È cantare e lodarti
E perché la nostra vita
Sia per sempre una canzone
Laudato si o mi Signore

San Francesco d’Assisi ( estratto dal cantico delle creature)
Narratore:
Non solo Francesco era innamorato pazzo di Gesù a tal punto d’abbandonare una vita di agi e di ricchezze per vivere di stenti e di elemosine. Per seguirne l’esempio e il pensiero Santa Caterina da Siena volle con tutte le sue forze abbracciare la vita in Cristo e giovanissima entrò in convento. Con passione e con impegno cercò in tutti i modi di far alzare lo sguardo dei potenti dalla terra al cielo ricordando loro come la giustizia, l’equità, la pace fossero beni preziosi da usare come arma potente per condurre uno stato.


SANTA CATERINA E SANTA CHIARA
Niuno stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia”
Narratore:
La pace, l’equità, la giustizia, concetti nobili, indispensabili ma insipidi se non conditi dall’amore, se non alimentati dal fuoco dell’amore, un amore che tutto perdona che dà tutto senza riserve. Padre Pio ha voluto sottolineare il messaggio di Paolo così ben espresso nell’inno alla carità con forza, con passione, lasciandoci in eredità delle piccole perle di saggezza intrise di quell’amore che egli elargiva senza risparmiarsi.

PADRE PIO DA PIETRALCINA
L’amore tutto dimentica, tutto perdona, dà tutto senza riserve.
Semina la gioia nel giardino di tuo fratello; e la vedrai fiorire nel tuo.
Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere.”

Narratore:
Anche tra gli eredi del messaggio di Cristo, tra coloro che hanno avuto il privilegio di conservare il suo tesoro, il suo insegnamento, ci sono stati custodi fedeli e disinteressati.
Cosi Madre Teresa di Calcutta accanto alla preghiera e alla testimonianza del vangelo, con le sue piccole mani alleviava la sofferenza di tanti uomini e di tante donne a cui la vita aveva riservato grosse e a volte insuperabili difficoltà.

MADRE TERESA DI CALCUTTA:

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, AMMIRALA.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, custodiscilo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è una promessa, adempila.
La vita è un dolore, superalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, osala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è felicità, raccontala.
Inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta”

Narratore:
Dio, nella sua meravigliosa opera per la salvezza dell’uomo ha creato un mosaico straordinario, che ha costruito con tanti piccoli tasselli raccolti nello spazio e nel tempo.
E la sua opera non è ancora conclusa…il miracolo della fede non si è ancora esaurito.
Quei tasselli, piccoli o grandi che siano, siamo noi, A noi è dato il privilegio di poter essere questa grandiosa opera d’arte.
Di fronte all’invito di Dio possiamo girare il volto dall’altra parte con indifferenza o con disgusto.
Possiamo guardarla come spettatori, magari ammirandola. Ma possiamo decidere di diventare attori nella realizzazione del grande divino progetto. A noi la scelta.
Una scelta difficile? Rischiosa? Terribile?
Giovanni Paolo II il grande e infaticabile erede del soglio di Pietro ci incoraggiava a non avere paura, con il suo sorriso, con il suo entusiasmo, con la sua energia…ci incoraggiava a non avere paura.

GIOVANNI PAOLO II e POPOLO:

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!