viernes, 28 de septiembre de 2012

REVISTA ECO SICILIANO N° 29

                                                                 
                                                                       Portada: Francisco Vásquez del Río.
                                         Diagramación: Gabriel Garay O. - Barrio Italia ®  www.barrioitalia.net
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MATTEO ANDRIOLA - UDINE - FRIULI - ITALIA




    ESPERIENZA LAVORATIVA


2012/2013: impegnato in attività di ricerca presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Udine.

2008 – oggi: docente di Letteratura italiana e Filosofia presso l’Istituto Scolastico A. Volta (Udine).

2007/2008: docente di Letteratura italiana e Filosofia presso l’Istituto Salesiano Bearzi (Udine).



ATTIVITA’ DI RICERCA


Assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine, attualmente impegnato nella realizzazione dell’Epistolario di Caterina Percoto.



ISTRUZIONE


2010/2011: Laurea Specialistica in Lettere presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Udine, discutendo una tesi sperimentale titolata Lo Speculum Principis di Filippo di Leida: analisi e interpretazione.

2006/2007: Laurea in Lettere presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Udine, discutendo una tesi compilativa titolata L’Ancien Regime e il Terzo Stato nei primi anni della Rivoluzione Francese.

2001-2002: Diploma addizionale in Educazione presso l’Istituto Magistrale C. Percoto (Udine).

1999/2000: Diploma magistrale presso l’Istituto Magistrale C. Percoto (Udine).


LINGUE CONOSCIUTE


Italiano (madrelingua).
Inglese (fluente).

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   I PROMESSI SPOSI: UN'EVOLUZIONE ANZITUTTO LINGUISTICA
 


La complessa evoluzione del romanzo storico più noto di tutta la Letteratura italiana, ossia I Promessi Sposi, è incontrovertibilmente figlia di una continua, e peraltro dichiarata ricerca da parte dell’autore, di una perfezione letteraria, tanto contenutistica, quanto linguistica. Non pare ardito sostenere che, anzi, sia proprio quest’ultimo aspetto a rappresentare il percorso maggiormente tortuoso nel quale Manzoni ambisce incamminarsi. I Promessi Sposi nascono, per così dire, nel 1821, data in cui viene iniziato il romanzo Fermo e Lucia, che verrà terminato nel 1823 e che è ragionevole ritenere il progenitore del capolavoro manzoniano. Sebbene la caratterizzazione dei personaggi, in questo testo risulti differente da quello che sarà poi il risultato conclusivo dell’intero percorso, vi possiamo ritrovare aspetti destinati a costituire, successivamente, le solide fondamenta sulle quali il romanzo andrà a poggiare. Se da un punto di vista contenutistico le differenze tra il Fermo e Lucia e il testo finale, seppur notevoli, si debbono ritenere per certi aspetti fisiologiche e quasi naturali in un romanzo con un’evoluzione così lunga e complessa, è ragionevole ritenere l’aspetto linguistico come quello più interessante ed anche significativo nello studio dell’opera manzoniana. Il testo del 1823, infatti, dal punto di vista linguistico, presentava numerose espressioni dialettali, il che mal si sposava con il manifesto intento dell’autore di realizzare un capolavoro della Letteratura italiana; la ricerca della perfezione letteraria, infatti, interessa in egual misura l’aspetto contenutistico e l’aspetto linguistico e la mancanza dell’uno vanifica l’eventuale eccellenza dell’altro. La ricerca di assoluta perfezione linguistica di Manzoni inizia, di fatto, immediatamente dopo la stesura del romanzo del ’23, ossia quando l’autore comprende appieno quanto la sua opera sia poco più che l’embrione di quella che è la sua idea. Manzoni quindi, inizia un’ampia rivisitazione del testo che subirà notevoli mutamenti, al punto da poter ritenere il Fermo e Lucia come un romanzo indipendente rispetto al testo realizzato in seguito. Il percorso di riscrittura porta l’autore alla realizzazione di un secondo testo titolato in un primo momento Gli Sposi Promessi e successivamente I Promessi Sposi, stampato nel 1827. Questo secondo testo, noto come edizione Ventisettana, rispetto al Fermo e Lucia, presenta, come detto, differenze contenutistiche e linguistiche; tuttavia, se le prime possono considerarsi, come detto, una sorta di evoluzione fisiologica di un romanzo che matura parallelamente all’idea dell’autore, le seconde mostrano in maniera palese la volontà di Manzoni di giungere ad una lingua perfetta ed esteticamente ineccepibile. L’autore, infatti, indirizza i suoi interventi verso la lingua usata nella Toscana contemporanea, priva di inflessioni dialettali e quindi più idonea alla creazione di un capolavoro nazionale. Il percorso, però, non poteva ancora dirsi concluso e il Manzoni, perfezionista quale era, progettò una nuova rivisitazione atta a perfezionare ulteriormente il suo romanzo, questa volta intervenendo quasi esclusivamente sull’aspetto linguistico; a tal proposito effettuò, nel 1827, un viaggiò a Firenze, con il dichiarato intento di “risciacquare i panni in Arno”, ossia di immergere metaforicamente il romanzo nella cultura toscana, estraendolo permeato di tutti i caratteri propri della lingua fiorentina. A causa di problemi familiari e di salute, il lavoro subì un rallentamento, ma tra il 1840 e il 1842, l’edizione definitiva dal titolo I Promessi Sposi, nota anche con il nome di Quarantana, vide la luce apparendo in dispense.
Il valore intrinseco del romanzo manzoniano, in definitiva, non può considerarsi esclusivamente narrativo, sarebbe un grossolano errore; è il valore linguistico ad essere assolutamente straordinario e, di fatto, fondamentale per la creazione di una lingua letteraria nazionale.



NOME/COGNOME Matteo Andriola
DATA DI NASCITA 28/04/1982
Twitter: @matteoandriola

martes, 25 de septiembre de 2012

Archistudio Architettura & Design Architetto Salvatore Palmeri - Palermo - Sicilia

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PROGETTO DI DUE EDIFICI RESIDENZIALI SU DUE ELEVAZIONI FUORI TERRA IN LOCALITA' PANTELLERIA - TRAPANI
INTERVENTO DI NUOVA COSTRUZIONE
RICHIESTA CONCESSIONE EDILIZIA

“Nei millenni i nostri predecessori hanno saputo costruire una raffinata rete di relazioni tra territorio, clima e risorse naturali che si è rivelata durevole e ci ha traghettato con successo nell’era della tecnologia petrolifera. L’abbondanza dell’energia fossile, peraltro non infinita, rischia ora di trasformarsi in dipendenza e distrugge rapidamente quella delicata trama di relazioni, considerandola superflua.
I giardini murati di Pantelleria, sono lì a ricordarci che non bisogna perdere la memoria di quanto forse un domani tornerà utile, almeno sotto forma di idea, anche da rivisitare alla luce delle conoscenze attuali e dei cambiamenti climatici attesi.”1
La storia dell'Isola di Pantelleria e delle sue Genti è caratterizzata sia dalle sue origini vulcaniche che dalla sua posizione geografica al centro del canale di Sicilia, tra l'Africa e l'Europa.
I Fenici la chiamarono Yrnm, isola degli uccelli starnazzanti, i Greci Kosyras, trasformata in Cossura dai Latini.
Per gli Arabi era Al-Quasayra, Kusirah, Quawsarah e poi Bent-el-Rhia, figlia del vento.
La colonizzazione araba, con l'inserimento delle popolazioni berbere del nord Africa, è, senza dubbio, quella che ha lasciato i segni più tangibili. Agli Arabi si deve infatti la ripresa dell'agricoltura, grazie all'inserimento di nuove colture e di nuovi metodi di coltivazione. In questo periodo, infatti, l'agricoltura diventa la principale risorsa dell'economia pantesca, e fondamentale sarà, da allora, la “tradizione contadina “.
Numerose sono le testimonianze che questo popolo ci ha lasciato, a cominciare dai nomi di molte contrade di chiare origini arabe o berbere, come: Kamma, Bukkuram, Kattibugale, Benikulà.
Oltre alla ripresa degli sviluppi commerciali dell’isola, gli arabi crearono il dammuso, un edificio così pienamente conformato al paesaggio naturale, simbolo di un’efficace maniera di vivere il territorio, che sposava tecnologie costruttive a semplicità e sintesi.2
Il dammuso, è la splendida e ricca eredità che gli Arabi cedettero al territorio circa novecento anni fa quando, nel 1123, l’isola fu annessa alla Sicilia normanna di Ruggero I.
L’abitazione del dammuso si erge su fondazioni poco profonde, circa cinquanta centimetri, ed è composta generalmente da tre ambienti interni: il principale è la kammira, cui sono affiancate l’arkova e il kammirino, che nel complesso costituiscono un’unica cellula abitativa. Le cellule si possono riscontrare singole o, soprattutto in tempi più recenti, aggregate. Poche ed essenziali le aperture che si limitano alla porta d’ingresso e a piccole finestre: gli occhi di pietra.3
La nostra progettazione nasce quindi dalla forte e alta attenzione al rispetto del luogo, alla sua storia e alla sua cultura millenaria, mediante l’utilizzo di tecnologie artigianali e materiali tipici dell’isola di Pantelleria, come l'uso della pietra lavica e le coloriture ad essa connesse o le facciate dal colore bianco e con grande attenzione al recupero delle acque meteoriche, tipicità dell’architettura “pantesca”.
1 Luca Mercalli, “ Dal passato, comunicazioni per affrontare il futuro”.
2 Federica Campanelli, “ I Dammusi di Pantelleria – La Terra, La Pietra, La Casa “
3 Comune di Pantelleria, “Pantelleria - Sesioti, Romani, Fenicio-Punici,Bizantini, Arabi, Normanni, Borboni






Salvatore Palmeri

Nasce nel 1971 in provincia di Trapani. Si laurea nel 2000 alla facoltà di architettura di Palermo. Nel 2000 fonda con Biagio Cassisa l’ArchistudioPalermo, per la progettazione di spazi interni ed esterni, nonché la progettazione di oggetti di design utilizzati da diverse attività commerciali.

Nel 2004, in seguito alla separazione collaborativa con l’architetto Biagio Cassisa, lo studio viene seguito dall’architetto Palmeri, a cui si uniranno nel corso degli anni un folto gruppo di architetti, ingegneri, e interior design.

A partire dal 2005, la sua attività professionale, con studio a Palermo, si rivolge all'interior design e soprattutto all'architettura dedicata agli spazi esterni e agli elementi strutturali. Vengono realizzate una serie di case, tra le quali casa Villaciambra (2005), casa Pergola (2006), Villa Greco Trabia (2006). Per alcune Banche Finemiro cura l'immagine architettonica e lo styling di alcune agenzie, in particolare la sede principale di Trapani.

Ha redatto altri progetti significativi nel campo turistico (Camping Soleado San Vito Lo Capo), Scolastico ( Istituto Figlie della Misericordia Palermo), Sportivo (Kartodromo di Lascari) e Pubblico ( Progetto dei Giardini di Palazzo Reale-ARS Palermo), Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza Palermo.

Sono in corso di realizzazione l’ampliamento della casa di riposo per anziani (Palermo), un locale commerciale, l’ampliamento del Kartodromo Lascari, ville nel Palermitano, e due progetti relativi a complessi turistici nel trapanese. Recentemente è stato portato a termine ed inaugurato il progetto degli spazi esterni dei giardini di Palazzo Reale, interni al Palazzo dell’Assemblea Regionale Siciliana (PA)
 
WEB:  http://www.architettosalvatorepalmeri.it/
FACEBOOK: http://www.facebook.com/archistudiopalermo

lunes, 24 de septiembre de 2012

Giuseppe Dalex D'Alessandro (El Dalex) - Palermo - Sicilia





mi chiamo Giuseppe D'Alessandro sono nato a Palermo (Sicilia ) il 13/11/1974 . Ho sempre fatto sport fin da piccolo (tennis, running, triathlon ) ma a circa 28 anni mi sono appassionato al nuoto ed in particolare al nuoto in acque libere. In 10 anni ho fatto circa 100 gare soprattutto 5 e 10 km. L anno passato, 2011 ho deciso di dedicarmi alle maratone ed ho fatto lo stretto di Gibilterra. Quest anno 2012 ho fatto 2 traversate da 20 km ed una in Grecia di 30 km. So che la maratona di 88 km é molto dura ma mi piacerebbe provare.

LINKS: http://www.nuotosicilia.it/leggi.php?news=1589

            http://www.nuotoacquelibere.com/rassegna-stampa-nuoto/dalessandro-segna-il-record-senza-muta-allo-stretto-di-gibilterra/

domingo, 23 de septiembre de 2012

TRIO ARTÉ - PALERMO - SICILIA


Il Trio Arté si e' costituito nel 2007 ed è formato da musicisti provenienti dal Conservatorio V. Bellini di Palermo presso il quale hanno conseguito con lode gli studi accademici.Vincitore di diversi concorsi musicali nazionali ed internazionali, dal 2008 al 2010 ha seguito il corso del Trio di Trieste presso l'Accademia Chigiana di Siena ottenendo il Diploma di Merito e la borsa di studio e parallelamente ha frequentato i bienni accademici (2008/2010-2010/2012) presso la Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste a Duino (TS) con i Maestri Renato Zanettovich, Dario De Rosa, Maureen Jones ed Enrico Bronzi ottenendo la borsa di studio e il Diploma di Merito.
Ha al suo attivo una notevole attività concertistica in Italia e all'estero; significativi i concerti agli "Amici della Musica" di Palermo, alla Società dei Concerti di Trieste, al Festival Internazionale "Young Virtuosi" di Ljubljana (Slovenia), alla sala del Ridotto del Teatro Verdi di Trieste per il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste e alla sesta rassegna di giovani talenti di Rovigno (Croazia).
In occasione del concerto svolto a Palermo per la stagione serale degli Amici della Musica ha eseguito in prima assoluta il brano “Strada Bianca” composto da Marco Betta e dedicato al Trio Arté.










                            EMAIL: trioartemusica@gmail.com

martes, 18 de septiembre de 2012

Massimo Palmigiano - Palermo - Sicilia

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Massimo Palmigiano.

La fotografia è per lui una grande passione ma non ama definirsi un fotografo.
Forse la definizione migliore potrebbe essere “creativo”. Ma questo poco conta alla fine, è lui, e basta, con il suo modo di comunicare, il suo modo di mettere in evidenza e valorizzare la bellezza di ciòche la natura, ci ha dato già.
Forse la sua vita è un viaggio. Proprio come quello che si può fare guardando delle foto, perché no, le sue. Un viaggio attraverso emozioni, sensazioni, luoghi, ambienti, persone, passioni.
Un alchemico fondersi  di passione per le arti, di ricordi, di esperienze, di influssi, di desideri, di sogni, di modi di vedere la realtà che trovano terreno fertile in un animo creativo, appunto, paziente e metodico per dar vita a un "piccolo artista", proprio così, la cui forza sta solo nel volersi sempre migliorare e far sempre cose più belle, aggradare sempre di più le sue visioni e anche quelle degli altri.
E sono proprio “gli altri” a parlare delle sue fotografie e di lui, gente comune:

<<Ci vuole un fotografo come Massimo Palmigiano per “dire” così tante cose di una donna e di un suo momento, senza inquadrarne il viso.>> (Amalia Failla, Terrasini)
<<La tua abilità mi piace e spesso nelle tue foto trovo tanta personalità, dettata da fame e passione.>> (Francesco Gentile, Catania)
<<Le tue foto parlano,raccontano storie e momenti di vita sono un continuo fondersi di idee ed emozioni legate alla voglia di scoprire la realtà circostante ma mai scontata.. Ed proprio con un click che la tua emozione rimarrà viva per sempre.>> (Federica La Mantia, Monreale)

La giornalista Nike Daidone scrive:

<<Si considera un “trasmettitore di emozioni” ed è proprio questa la definizione giusta per descrivere l’opera di Massimo Palmigiano. Le foto immortalate dagli scatti di Massimo, non riproducono semplicemente belle immagini, ma riescono a cogliere spontaneamente e creativamente, le emozioni provate al momento, particolari suggestivi, dettagli unici, sempre originali e mai scontati che riescono a trasmettere sensazioni ed emozioni che lasciano a volte senza fiato.
Le opere di Massimo parlano, ci raccontano della sua grande sensibilità nel ritrarre e riportare con passione tutto ciò che i suoi occhi recepiscono, ci parlano del suo amore per la sua bella terra di Sicilia, per le sue tradizioni, la sua arte e riescono a comunicare emozioni che vanno al di là delle immagini. Riproducono i gesti della devozione, della quotidianità, delle tradizioni, e sembra quasi guardandole, di recepire anche suoni, sapori e profumi, riuscendo a trascinarti dentro al contesto vissuto, facendoti vivere la sua stessa esperienza in interezza.
Massimo Palmigiano, di fronte ad ogni panorama, ad ogni scena vissuta riesce a cogliere spontaneamente tutto ciò di particolare e magico si possa recepire e a trasmetterlo in modo del tutto originale, un vero “trasmettitore di emozioni”.>>



Massimo Palmigiano nasce nel maggio del 1972 a Palermo, ma vive a Monreale. La fotografia lo incuriosiva particolarmente già da piccolo, la Reflex analogica di papàèstata per tutti un “sogno proibito”! Ma la sua passione in effetti, nasce dopo l’avvento del digitale, per caso, durante una vacanza.
Facendo le prime foto con una “compatta” si rende conto di avere di “punti di vista” particolari, di preferire soggetti meno scontati, di vedere le foto con geometrie piu armoniose e una luce legata piu a “uno stato d’animo”. Mai nulla di scontato insomma.
Ma è sicuramente un “fotografo” al passo con i tempi e curioso di scoprire tutto cio che il mondo della fotografia gli riserva. Nel 2009 decide,pertanto, di seguire e partecipare ad un corso di Photoshop Expert presso la Scuola Microsales a Palermo, dove affina le sue capacità, gia spigliate, nello sviluppo dei files fotografici e nell’imprimere agli stessi, l’atmosfera che più vi si addice, in base alla sua ispirazione.
Ha successivamente realizzato, iniziando per gioco, un servizio fotografico per la campagna pubblicitaria “Per gli amanti dei dettagli” per conto di Nuovi Arredi Pizzimenti nel 2009.
Nel Febbraio 2010 partecipa al Workshop fotografico “Gestione della luce in studio” con il maestro Tony Rappa.
Ma è dal 2010 che diviene fotografo ufficiale di alcune manifestazioni organizzate in Sicilia, come la manifestazione “Nel Segno di Guglielmo” che lo vede protagonista di un vero e proprio reportage, che si ripete l’anno successivo.
Nell’ambito della stessa manifestazione, si occupa anche del Concorso fotografico, nel 2010 come componente della giuria, nel 2011 come organizzatore del concorso.
Nel 2011 realizza, in collaborazione con la Fabbriceria del Duomo di Monreale, il calendario 2012 con una raccolta dei più suggestivi scatti che ha realizzato negli ultimi anni nel monumento Normanno, di bellezza unica al mondo.
Ha scattato a diverse mostre di pittura patrocinate dall’Associazione Terradimezzo Onlus.
Nel maggio 2012 partecipa alla collettiva fotografica “A FESTA RU ME PAISI”, in occasione della Festa del SS. Crocifisso a Monreale, un’esposizione di slides di foto scattate durante le precedenti edizioni della festa.
Nel Giugno 2012 realizza un intero servizio fotografico per “Najat -highereducation in oriental dance”, Festival di danze orientali a Carini (PA) con maestri di tutto il mondo.
Massimo Ama la Sua Sicilia, ma vorrebbe girare il mondo, magari in cerca di una foto ancora da scattare. 


        in collaborazione con la Confraternita del SS Crocifisso di Monreale

                      WEB: http://www.massimopalmigiano.com/