MARIO GIANFRATE
L’anarchico Michele Centrone “Di aspetto di bassa statura, magro, intransigente – infatti è un individualista – ma non settario”. E’ Michele Centrone, anarchico di Castellana, così descritto nel giornale clandestino di New York Adunata dei Refrattari. Un personaggio, che ora emerge nella sua identità di uomo e di militante, sia dagli archivi dello Stato italiano che da quelli della F.B.I., la polizia federale americana, grazie alla tenacia di due ricercatori: il pugliese Mario Gianfrate e l’americano Kenyon Zimmer. L’uno storico, scrittore, autore di testi teatrali e direttore di questa testata; l’altro professore di storia all’Università del Texas specializzato in storia dell’emigrazione e del radicalismo. Michele Centrone, un falegname, nato a Castellana il 30 dicembre del 1879, dopo una vita passata da fuggiasco tra vecchio e nuovo continente, perseguitato dalle polizie europee e americane, nel luglio del ’36 fu tra i primi ad accorrere in Spagna per sostenere la legittima lotta dei repubblicani contro i fascisti di Franco. Si arruolò nella Colonna Ascaso, costituita da 130 volontari, tra esponenti di Giustizia e Libertà, massimalisti, repubblicani e soprattutto anarchici. A Monte Pelato, tra Saragozza e Hesca il 28 agosto 1936, si tenne il battesimo di fuoco, il primo vero fatto d’armi partigiano degli italiani nella guerra europea che finì nove anni dopo. In quella prima battaglia (erano 130 contro 600 franchisti ben equipaggiati) caddero sei combattenti italiani tra cui Michele Centrone; in maniera lieve fu ferito Carlo Rosselli. Il fiero falegname di Castellana fu “colpito dalla mitraglia nel mezzo della fronte – scriverà Camillo Berneri – là dove la tenerezza materna depone i suoi baci”. L’età anagrafica era di 57 anni, ma il suo cuore era di giovane, come sempre giovane rimane il cuore di chi crede e lotta per una fede, un ideale. Il libro “Michele Centrone – Tra vecchio e nuovo mondo – Anarchici pugliesi in difesa della libertà spagnola”, stampato da Suma Editore e scritto a quattro mani da Gianfrate e Zimmer, oltre a raccontare la vicenda del falegname di Castellana, fa il punto sul movimento anarchico in Puglia che risentì delle autorevoli e carismatiche influenze del barlettano Carlo Cafiero e del tranese Emilio Covelli. Un altro pregio del libro è che delle 160 pagine, esattamente la metà riproducono documenti di altissimo pregio storico. In appendice sono riportate brevi note biografiche sugli anarchici pugliesi che parteciparono alla guerra civile di Spagna. Curiosità: di Castellana c’era anche un altro anarchico che partecipò nella penisola Iberica, Camillo Lanzillotta detto “Lancillotto”. I due compaesani in Spagna, però, non si incontrarono. L’epilogo del libro è alquanto sconvolgente: rivela la feroce repressione degli anarchici da parte di Stalin. Ci furono più di cinquecento vittime e a migliaia finiranno in carcere; uno spietato processo inquisitorio al quale, scrivono gli autori, “non è estraneo Togliatti, uomo del dittatore russo in Spagna”. A impreziosire il lavoro già di suo autorevole sotto il profilo filologico e documentario contribuisce, oltre alla presentazione di Gianvito Mastroleo presidente della Fondazione “Di Vagno”, anche un saggio di Nicola Colonna che, in poche paginette riesce a sintetizzare il pensiero dominante e le variegate posizioni con scontri conseguenti, spesso laceranti, all’interno della galassia socialista dalla metà dell’Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, una stimolante lectio magistralis.
questa la copertina del libro
Michele Centrone - Tra vecchio e nuovo mondo
sottotilo - Anarchici pugliesi in difesa della libertà spagnola
Autore : Mario Gianfrate
Editore : Suma Edizioni
978-88-96310-26-7
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