GESU’
Opera
lirica in due atti
Testo
in prosa di Andrea
Arnaboldi e Claudia Banfi
Parti
cantate tratte dalle Sacre
Scritture e
da vari testi
(Dante Alighieri, San
Francesco, Santa Caterina da Siena, padre Pio, Madre Teresa di
Calcutta, Giovanni Paolo II)
Musiche
di Andrea
Arnaboldi
ATTO PRIMO
ISAIA:
“ Voce di uno che grida nel deserto
Preparate la via del Signore
Appianate i suoi sentieri
Ogni burrone sia colmato
Ed ogni monte e colle abbassato,
le vie tortuose diventino dritte
e le aspre diventino piane;
e vedrà ogni carne la salvezza di Dio
(Luca cap.3 vs.4-7)
Angelo:
“Salve, piena di grazia, il Signore è con te.
Non temere, Maria, perché hai la grazia di Dio. Concepirai,
partorirai, ed il suo nome Gesù sarà. Grande sarà e nome avrà:
figliolo dell’Altissimo e Dio darà a lui il suo regno e il suo
regno sarà in eterno.
(Luca cap.1 vs.31-33)
Maria:
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta
In Dio mio salvatore;
perché ha rivolto gli occhi alla sua serva.
D’ ora in poi mi chiameranno beata;
grandi cosa ha fatto a me l’Onnipotente,
Santo è il suo nome e la misericordia è su chi lo teme.
Ha spiegato il suo braccio e disperso i superbi
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili,
ha colmato di beni gli affamati
e rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri ,
a favore di Abramo e la sua stirpe.
(luca cap.1 vs.46-56)
Narratore:
E’ commovente questo grande affresco iniziale, è il momento
dell’annuncio dell’antico profeta. E la profezia si manifesta
attraverso l’angelo che avverte Maria del suo stato e della
imminente nascita del messia. La giovane fanciulla non capisce, ma
acconsente e accoglie la volontà di dio ed il bimbo che porta in
seno.
Una semplicità disarmante, poche essenziali parole annunciano
l’avvento dell’uomo che cambierà la nostra storia.
E così tutto ebbe inizio. E tutti, all’inizio accolsero il messia
con una gioia incontenibile, con un tripudio di doni, di canti di
manifestazioni d’amore e d’affetto.
Popolo:
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
E pace in terra agli uomini di buona volontà
(Luca cap.2 vs.14)
Narratore:
Meravigliosa festa, immensa gioia donata dal grande consolatore. Un
grande avvenire per il figlio dell’uomo. Così sembrava vedendo il
caloroso abbraccio dell’umanità e i doni al piccolo messia. Così
sembrava vedendo tanta gioia intorno alla capanna, intorno ai
genitori, intorno a Lui.
Qualcuno invece tramava nell’ombra.
Erode, il re, il sovrano della terra in cui era nato Gesù non poteva
permettere che qualcuno gli insidiasse il regno, anche se era solo un
pargoletto. I potenti rigettano chi minaccia il loro piccolo regno.
Cercò in tutti i modi di scovarlo, tentando di ingannare anche i re
magi, i grandi astrologi che dall’Oriente vennero a rendere omaggio
a quel bimbo annunciato dalle stelle.
Non vi riuscì.
E fu allora che perpetrò una delle più terribili stragi della
storia.
A sangue freddo diede ordine di uccidere tutti i bambini fino ai due
anni di età, senza alcuna pietà, sperando che fra essi vi fosse il
suo nemico.
Ma Giuseppe, il padre del bambinello, veniva avvertito da un angelo
di fuggire da quella terra intrisa di sangue innocente.
Poi il terrore finì, tutto passò. Quell’uomo maledetto, Erode,
s’inabissò nel cono infernale e di nuovo l’angelo avvertì
Giuseppe di riportare la sua famiglia in Israele.
Angelo:
Levati, prendi con te il bambino e sua madre e ritorna laggiù in
Israele, perché sono morti coloro che attentavano alla vita del
bambino
(Matteo cap. 2 vs.20-21)
Angelo:
E Giuseppe, il mite e laborioso falegname si accinse ad obbedire
un’altra volta. Quante volte si soffermava a pensare a quanto gli
era accaduto. Tante cose erano incomprensibili e lui voleva capire.
Ma i misteri di Dio sono imperscrutabili. Aveva trovato Maria, la sua
sposa promessa, incinta prima del matrimonio, un peccato mortale per
la legge di Israele. Avrebbe potuto ripudiarla, ma aveva deciso di
non farlo. Poi … il censimento, la nascita del bimbo a Bethlemme,
la fuga in Egitto, con la paura di essere braccato e ucciso con la
famiglia. E poi …. la vita da padre di un figlio di cui nemmeno
lui conosceva la eccezionalità. Quanti problemi! Ricordava quella
volta in cui Gesù, dodicenne, si era allontanato da lui e da Maria.
Lo avevano ritrovato nel tempio che discuteva con i sacerdoti. Quanta
angoscia! Ma poi, poi quel bimbo straordinario, che tanto lo aveva
provato, divenuto uomo, sbalordì tutti e cominciò, piano piano a
svelare la sua vera natura.
Maria, Gesù, popolo:
Coro: non c’è più vino…è terminato…le otri sono vuote che
faremo…
Maria: Gesù, non hanno più vino
Gesù: che vuoi donna? La mia ora non è ancora venuta…
Coro: che faremo le otri sono vuote
Maria ( chiama a sé i servi) andate da Gesù e fate qualunque
cosa vi dirà
Gesù: riempite d’acqua le giare fino all’orlo. Attingete
adesso e portatene al capo della mensa.
Coro: tutti servono il vino buono prima e il meno buono quando si
è già brilli. Tu hai tenuto da parte fino ad ora il vino buono
(Giovanni cap.2 vs.1-11)
…bravo…evviva…evviva
Narratore:
E a Canaan il primo miracolo, un grande esordio, o forse no. Chissà
quanti si sono accorti della trasformazione dell’acqua in vino dato
che sembra fossero tutti brilli. Gesù accontentò la sua mamma. In
effetti non diede così nell’occhio. Probabilmente neanche il
padrone di casa, brillo pure lui, si era accorto dell’accaduto
malgrado la maliziosa battuta dell’architriclino (il capo della
mensa)
Non era ancora giunto il suo tempo ma amava troppo sua madre per
opporre un no ad un suo desiderio.
Altri segni, altri miracoli seguirono questo. Alcuni per premiare una
grande fede come la guarigione del servo del centurione, o della
donna emorroissa, avvenuti nella riservatezza e quasi nella
segretezza.
Altri miracoli coinvolsero grandi masse, come la moltiplicazione dei
pani, altri furono compiuti per mettere alla prova i farisei, suoi
persecutori e acerrimi oppositori della sua parola, come la
guarigione del cieco nato. Altri per amore, solo per amore, come
quello della resurrezione dell’amico Lazzaro.
Ai miracoli alternava le parabole ( ) e alle parabole i discorsi. Il
più toccante lo tenne sulla montagna. Sono le beatitudini. Mai
nessuno prima di Gesù aveva definito le beatitudini con tanta
semplicità e chiarezza..
Gesù:
Beati i poveri in ispirito, perché ad essi appartiene il regno
dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché possiederanno la terra.
Beati gli affamati e gli assetati della giustizia, perché saranno
saziati.
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i pacifici, perche saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché ad essi appartiene
il regno dei cieli.
Beati siete, quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e
diranno, mentendo, ogni male contro di voi per causa mia. Gioite ed
esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli; così,
infatti, perseguitarono i profeti che vi han preceduti.
Voi siete il sale della terra; ma se diventa scipito, con che gli
si renderà sapore? A null’altro è buono che ad essere buttato
fuori e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo
(Matteo cap.5 vs.5-14)
Gesù:
Oggi mi direte che ho fatto un grande discorso programmatico.
Ho definito la via da percorrere per raggiungere la felicità eterna.
le linee guida di un’azione efficace e duratura.
A ben guardare è tutto il contrario di quello che sembra servire per
aver successo nel mondo del terzo millennio dove la spregiudicatezza,
l’arroganza, l’arrivismo, l’immoralità e l’egoismo sembrano
gli indumenti di cui l’uomo deve vestirsi per sentirsi a suo agio
ed accumulare fama, ricchezza e denaro.
E già… oggi i programmi sono diversi…le parabole sono diverse,
le preghiere sono diverse … Ti supplico Signore, non io ovviamente,
dammi la forza di schiacciare il mio nemico, di spremere chiunque per
aumentare il mio potere, a qualunque costo, di mentire pur di
raggiungere il mio scopo, di non mantenere le promesse se troppo
onerose, di seguire il carro vincente abbandonando chi mi ha
consegnato la sua fiducia .… Li vedo questi uomini nelle loro
case, grandi o piccole che siano; spendono tutte le loro energie per
realizzare i loro desideri o per inseguire i loro miti: C’è chi
legge il giornale perché vuol esser sempre informato di tutto, chi
si compiace di mostrare agli amici la sua lussuosissima auto, o il
modellino dello yacht che vuol comprare, o il progetto della villa
nuova. C’è chi, guardando la foto del calciatore o della velina
sulla cresta dell’onda, spera di emularli e di raggiungere la loro
notorietà. Ricchi e poveri, colti e incolti, tutti bramosi di
oggetti, di proprietà, di fama, di ricchezze o di ulteriori
ricchezze, perennemente insoddisfatti, perennemente invidiosi. E per
queste cose pregano. Preghiere diverse dall’unica che io ho
insegnato, una preghiera semplice, pacata ma tanto appagante.
Gesù e popolo:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
E rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori;
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
(Matteo cap.6 vs.9-13)
Narratore:
E alla fine… dopo una vita spesa per l’uomo, il trionfo a
Gerusalemme dove il popolo lo accoglie con tutti gli onori
tributandogli il giusto riconoscimento per la grande novella che ha
annunciato, per le guarigioni straordinarie, per il suo messaggio
rivoluzionario…per le sue meravigliose opere.
Popolo di Gerusalemme
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re
d’Israele.
Non temere, figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, seduto su di un
puledro d’asino
Giovanni cap.12 vs.13-15
Narratore:
Quanti riconoscimenti! Quanta gloria!!! Ma il popolo e i potenti, i
ricchi e i facoltosi, i farisei, gli scribi, … No! non potevano
accettarlo. Uguaglianza, parità tra uomo e donna, perdono,
superiorità della parola di Dio sulla legge mosaica … Che
follia!!!. La plebe che lo acclama, i diseredati che lo amano, i
lebbrosi che lo cercano, i peccatori che si redimono, i samaritani
equiparati ai giudei. Assolutamente inaccettabile!!
Doveva essere tolto di mezzo!
Doveva necessariamente morire e la sua parola doveva essere
cancellata.
Bisognava ucciderlo, con il complice consenso ed il tacito assenso
del popolo romano padrone della terra.
E così agirono e prepararono la loro vendetta.
E affinchè la condanna sembrasse legale, istruirono un processo,
perché tutto doveva essere secondo la legge, quella ebraica e quella
romana.
PILATO,
GESU’ POPOLO:
Pilato: Tu sei il re dei Giudei?
Gesù: tu lo dici
Pilato: Non rispondi nulla, vedi, vedi di quante cose ti accusano
Pilato: Chi volete che vi rilasci Barabba o Gesù detto il Messia?
Quale dei due dunque volete che vi rilasci?
Popolo: Barabba
Pilato: Che cosa farò dunque di Colui che chiamate re dei Giudei?
Popolo: Crocifiggilo
Pilato: Ma che male ha fatto?
Popolo : crocifiggilo
Popolo e soldati: salve re dei giudei
Popolo: Va là! Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre
giorni salva te stesso scendendo dalla Croce. Hai salvato gli altri.
Non può salvare se stesso.! Il Messia, il re d’Israele, scenda giù
dalla croce: così vediamo e crediamo”.
Gesù: “Elai, Elai, lobo sabactani … Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?
(Marco cap.15 vs.2)
(Matteo cap 27 vs.17)
(Marco cap.15 vs.13)
(Marco cap.15 vs.29-37)
Maria:
E cosi tutto è compiuto.
Gesù è morto e con lui la speranza.
I farisei hanno vinto.
I suo discepoli se ne sono andati e lo hanno abbandonato..
La sua missione ….. un fallimento.
Ed Io, sua madre sono nel dolore più straziante e nell’angoscia
più profonda .
Narratore:
Così sembrava.
Così sembra anche oggi, visto che molti di quelli che lo hanno
conosciuto lo hanno abbandonato.
Lo hanno rinnegandolo, tradito, hanno deriso la sua parola.
Risurrezione, vita eterna, Paradiso…roba da sciocchi e creduloni.
La vita è adesso. Non c’è nè prima, nè dopo.
Le ricchezze devono essere accumulate per questa terra, costi quel
che costi.
Ma…i farisei ebbero davvero ragione?
Questi uomini di oggi che sbeffeggiano o ignorano la sua parola
hanno ragione?
Tutto successe dopo tre giorni, quando sembrava davvero che la grande
meteora del Figlio fosse dimenticata in un Sepolcro.
Alcune donne si recarono alla sua tomba ma non lo trovarono.
Un angelo disse loro che Gesù aveva mantenuto la sua promessa e
aveva ripreso il suo cammino.
La morte lo aveva incontrato ma lui l’aveva sconfitta.
Erano sbalordite ed attonite.
Si mostrò ancora una volta ai suoi apostoli finalmente aperti al suo
mistero e diede loro un ultimo compito, il più importante, il più
impegnativo.
Un compito che hanno assolto con coraggio, con abnegazione, a volte
con il dono della vita mortale, affrontando nel suo nome il
martirio.
Hanno fatto giungere fino a noi il messaggio del loro Rabbì, le sue
gesta e il suo più grande dono: la vita eterna.
GESU’:
A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque,
istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del
figliolo e dello spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto
ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sarò con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo… fino alla fine del mondo
Matteo cap.28 vs. 18-20
POPOLO:
Gloria in excelsis Deo et pax in terra hominibus bonae voluntatis
Atto secondo
Narratore:
La buona novella è stata seminata.
Una nuova aurora elargisce la sua luce sulle nostre esistenze.
Un messaggio chiaro, semplice, inequivocabile.
Amore … Amore … Amore ad ogni costo.
Gesù, il Cristo, l’Emmanuele lo ha chiarito in ogni momento della
sua vita.
Aveva a disposizione legioni di angeli, poteva impiegare i suoi
discepoli, una folla immensa poteva scagliare contro i suoi nemici.
No…amore…
E disse: “Pietro getta la spada … è strumento dei nostri
persecutori, la nostra arma è l’amore…solo l’amore”.
Paolo, colui che accolse Gesù sulla via di Damasco lo ha capito…lo
ha capito benissimo.
SAN
PAOLO:
Qualora io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non
ho la carità sono un bronzo risonante o un cembalo squillante. E
qualora avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e
tutte le scienze, e se avessi tutta la fede al punto di trasportare
le montagne , se non ho la carità nulla son io.. E se distribuissi,
per sfamare i poveri tutti i miei beni, anzi se donassi il mio corpo
al fuoco, se non ho la carità, a nulla mi serve.
La carità è paziente, la carità è benigna, non porta invidia,
la carità non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, nulla fa di
sconveniente, non cerca il suo interesse, non si irrita, non serba
rancore per il male, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra del
trionfo della verità; tollera tutto, crede tutto, spera tutto, tutto
sopporta.
(Lettera di San Paolo ai Corinzi cap.13 v.1)
Narratore:
Uomini come Pietro, come Timoteo, come Filippo e come me hanno
irrorato il campo dove crescevano i frutti della fede. Non per la
nostra gloria, ma per quella di Dio. Io ho annunciato la buona
novella consumando la suola dei miei sandali, sopportando processi
iniqui, vili attentati, angherie di ogni sorta, soprusi di ogni
genere e macchinazioni menzognere.
Ho resistito e ho fatto si che la parola di Gesù si diffondesse e
dilagasse nello spazio e nel tempo cosi che altri ne raccogliessero
il testimone e continuassero a far si che la grande pianta della fede
non si inaridisse. Tra i tanti Francesco, il poverello d’Assisi che
come me ha cercato di imitare il Cristo vestendosi di un semplice
saio e nutrendosi della misericordia degli uomini e dei frutti della
terra
SANTA
CHIARA:
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
Scalzasi
Egidio, scalzasi Silvestro
dietro
a lo sposo, sì la sposa piace.
Indi
sen va quel padre e quel maestro
con
la sua donna e con quella famiglia
che
già legava l'umile capestro.
Né
li gravò viltà di cuor le ciglia
per
esser fi' di Pietro Bernardone,
né
per parer dispetto a maraviglia;
ma
regalmente sua dura intenzione
ad
Innocenzio aperse, e da lui ebbe
primo
sigillo a sua religione.
Poi
che la gente poverella crebbe
dietro
a costui, la cui mirabil vita
meglio
in gloria del ciel si canterebbe,
di
seconda corona redimita
fu
per Onorio da l'Etterno Spiro
la
santa voglia d'esto archimandrita.
(Dante
Alighieri Paradiso cap.
SANTA
CHIARA:
Francesco, entusiasta della grazia ricevuta.
Francesco, innamorato pazzo di Gesù, del creato e di tutte le sue
creature
POPOLO:
Laudato si o mi Signore per tutte le creature
Per il sole e per la luna
Per le stelle e per il vento
E per l’acqua e per il fuoco
Laudato si o mi Signore per sorella madre terra
Ci alimenta e ci sostiene
Per i frutti i fiori e l’erba
Per i monti e per il mare
Laudato si o mi Signore perché il senso della vita
È cantare e lodarti
E perché la nostra vita
Sia per sempre una canzone
Laudato si o mi Signore
San Francesco d’Assisi ( estratto dal cantico delle
creature)
Narratore:
Non solo Francesco era innamorato pazzo di Gesù a tal punto
d’abbandonare una vita di agi e di ricchezze per vivere di stenti e
di elemosine. Per seguirne l’esempio e il pensiero Santa Caterina
da Siena volle con tutte le sue forze abbracciare la vita in Cristo e
giovanissima entrò in convento. Con passione e con impegno cercò in
tutti i modi di far alzare lo sguardo dei potenti dalla terra al
cielo ricordando loro come la giustizia, l’equità, la pace fossero
beni preziosi da usare come arma potente per condurre uno stato.
SANTA
CATERINA E SANTA CHIARA
“Niuno stato si può conservare nella legge civile in stato di
grazia senza la santa giustizia”
Narratore:
La pace, l’equità, la giustizia, concetti nobili, indispensabili
ma insipidi se non conditi dall’amore, se non alimentati dal fuoco
dell’amore, un amore che tutto perdona che dà tutto senza riserve.
Padre Pio ha voluto sottolineare il messaggio di Paolo così ben
espresso nell’inno alla carità con forza, con passione,
lasciandoci in eredità delle piccole perle di saggezza intrise di
quell’amore che egli elargiva senza risparmiarsi.
PADRE
PIO DA PIETRALCINA
“L’amore tutto dimentica, tutto perdona, dà tutto senza
riserve.
Semina la gioia nel giardino di tuo fratello; e la vedrai fiorire
nel tuo.
Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per
sognare, un giorno in più per vivere.”
Narratore:
Anche tra gli eredi del messaggio di Cristo, tra coloro che hanno
avuto il privilegio di conservare il suo tesoro, il suo insegnamento,
ci sono stati custodi fedeli e disinteressati.
Cosi Madre Teresa di Calcutta accanto alla preghiera e alla
testimonianza del vangelo, con le sue piccole mani alleviava la
sofferenza di tanti uomini e di tante donne a cui la vita aveva
riservato grosse e a volte insuperabili difficoltà.
MADRE
TERESA DI CALCUTTA:
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, AMMIRALA.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, custodiscilo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è una promessa, adempila.
La vita è un dolore, superalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, osala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è felicità, raccontala.
La vita è bellezza, AMMIRALA.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, custodiscilo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è una promessa, adempila.
La vita è un dolore, superalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, osala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è felicità, raccontala.
“Inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta”
Narratore:
Dio, nella sua meravigliosa opera per la salvezza dell’uomo ha
creato un mosaico straordinario, che ha costruito con tanti piccoli
tasselli raccolti nello spazio e nel tempo.
E la sua opera non è ancora conclusa…il miracolo della fede non si
è ancora esaurito.
Quei tasselli, piccoli o grandi che siano, siamo noi, A noi è dato il privilegio di poter essere questa grandiosa opera d’arte.
Quei tasselli, piccoli o grandi che siano, siamo noi, A noi è dato il privilegio di poter essere questa grandiosa opera d’arte.
Di fronte all’invito di Dio possiamo girare il volto dall’altra
parte con indifferenza o con disgusto.
Possiamo guardarla come spettatori, magari ammirandola. Ma possiamo
decidere di diventare attori nella realizzazione del grande divino
progetto. A noi la scelta.
Una scelta difficile? Rischiosa? Terribile?
Giovanni Paolo II il grande e infaticabile erede del soglio di Pietro
ci incoraggiava a non avere paura, con il suo sorriso, con il suo
entusiasmo, con la sua energia…ci incoraggiava a non avere paura.
GIOVANNI
PAOLO II e POPOLO:
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non
abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!
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