Tindaro nasce a Tindari (ME) alla fine della seconda metà del 900. Si diploma come “Geometra” e appena ventenne si imbarca su Nave Spica, in qualità di Meccanico Artigliere. Trascorre un anno in mare, traversando il canale di Sicilia, occupandosi della gestione e manutenzione delle armi di difesa della nave militare. Dopo lo sbarco, Tindaro, si trasferisce a Roma per fare l’attore; nella capitale, lavora come commesso, in diversi negozi di scarpe; poi in trattorie e ristoranti, come cameriere. Artisticamente non ha una formazione accademica, frequenta corsi di recitazione ma il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo “Pulcinella”. Tindaro si presenta al provino con Ranieri teatralizzando la canzone “U pisci spada” di Domenico Modugno. A seguito di un grave incidente al ginocchio, sospende la sua attività di attore per due anni. Ricomincia il mestiere dell’attore con fatica, ma lavorando con molti professionisti che lo hanno aiutato a migliorarsi e a crescere. Abbandona Roma per mancanza di lavoro ed emigra, per la seconda volta, trasferendosi a Milano. Con Carmelo Rifici, inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare in diversi spettacoli a partire da “Il nemico” e ”La testa del profeta”, per il festival di San Miniato; in “Il gatto con gli stivali” e “Giulio Cesare”, al Piccolo Teatro di Milano; in “Fedra” di Euripide per il festival del Dramma Antico; per lo Stabile di Bolzano nel cast de “La rosa bianca” e “Sanguinre Inciostro”; infine nella Proxima Res, associazione di cui fa parte, viene diretto in “Buio” e in “Chi resta”. Debutta in qualità di drammaturgo/regista/attore con “Antropolaroid”, spettacolo sulla storia della sua famiglia; dopo questo felice esordio mette in scena “Invidiatemi come io ho invidiato voi”. Nel 2014 è diretto da Serena Sinigaglia nella messa in scena de “Il libro del buio” , spettacolo tratto dal romanzo di Tahar Ben Jelluon.
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