ESPERIENZA LAVORATIVA
2012/2013:
impegnato in attività di ricerca presso il Dipartimento di
Italianistica dell’Università degli Studi di Udine.
2008 – oggi:
docente di Letteratura italiana e Filosofia presso l’Istituto
Scolastico A. Volta (Udine).
2007/2008: docente
di Letteratura italiana e Filosofia presso l’Istituto Salesiano
Bearzi (Udine).
ATTIVITA’ DI RICERCA
Assegnista di ricerca
presso l’Università degli Studi di Udine, attualmente impegnato
nella realizzazione dell’Epistolario di Caterina Percoto.
ISTRUZIONE
2010/2011:
Laurea Specialistica in Lettere presso la facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università degli Studi di Udine, discutendo una
tesi sperimentale titolata Lo Speculum
Principis di Filippo di Leida: analisi e interpretazione.
2006/2007:
Laurea in Lettere presso la facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Udine, discutendo una tesi
compilativa titolata L’Ancien Regime e il
Terzo Stato nei primi anni della Rivoluzione Francese.
2001-2002:
Diploma addizionale in Educazione presso l’Istituto Magistrale C.
Percoto (Udine).
1999/2000:
Diploma magistrale presso l’Istituto Magistrale C. Percoto (Udine).
LINGUE CONOSCIUTE
Italiano (madrelingua).
Inglese (fluente).
_____________________________________
I PROMESSI SPOSI: UN'EVOLUZIONE ANZITUTTO
LINGUISTICA
La
complessa evoluzione del romanzo storico più noto di tutta la
Letteratura italiana, ossia I
Promessi Sposi, è
incontrovertibilmente figlia di una continua, e peraltro dichiarata
ricerca da parte dell’autore, di una perfezione letteraria, tanto
contenutistica, quanto linguistica. Non pare ardito sostenere che,
anzi, sia proprio quest’ultimo aspetto a rappresentare il percorso
maggiormente tortuoso nel quale Manzoni ambisce incamminarsi. I
Promessi Sposi nascono, per
così dire, nel 1821, data in cui viene iniziato il romanzo Fermo
e Lucia, che verrà
terminato nel 1823 e che è ragionevole ritenere il progenitore del
capolavoro manzoniano. Sebbene la caratterizzazione dei personaggi,
in questo testo risulti differente da quello che sarà poi il
risultato conclusivo dell’intero percorso, vi possiamo ritrovare
aspetti destinati a costituire, successivamente, le solide fondamenta
sulle quali il romanzo andrà a poggiare. Se da un punto di vista
contenutistico le differenze tra il Fermo
e Lucia e il testo finale,
seppur notevoli, si debbono ritenere per certi aspetti fisiologiche e
quasi naturali in un romanzo con un’evoluzione così lunga e
complessa, è ragionevole ritenere l’aspetto linguistico come
quello più interessante ed anche significativo nello studio
dell’opera manzoniana. Il testo del 1823, infatti, dal punto di
vista linguistico, presentava numerose espressioni dialettali, il che
mal si sposava con il manifesto intento dell’autore di realizzare
un capolavoro della Letteratura italiana; la ricerca della perfezione
letteraria, infatti, interessa in egual misura l’aspetto
contenutistico e l’aspetto linguistico e la mancanza dell’uno
vanifica l’eventuale eccellenza dell’altro. La ricerca di
assoluta perfezione linguistica di Manzoni inizia, di fatto,
immediatamente dopo la stesura del romanzo del ’23, ossia quando
l’autore comprende appieno quanto la sua opera sia poco più che
l’embrione di quella che è la sua idea. Manzoni quindi, inizia
un’ampia rivisitazione del testo che subirà notevoli mutamenti, al
punto da poter ritenere il Fermo
e Lucia come un romanzo
indipendente rispetto al testo realizzato in seguito. Il percorso di
riscrittura porta l’autore alla realizzazione di un secondo testo
titolato in un primo momento Gli
Sposi Promessi e
successivamente I Promessi
Sposi, stampato nel 1827.
Questo secondo testo, noto come edizione Ventisettana,
rispetto al Fermo e Lucia,
presenta, come detto, differenze contenutistiche e linguistiche;
tuttavia, se le prime possono considerarsi, come detto, una sorta di
evoluzione fisiologica di un romanzo che matura parallelamente
all’idea dell’autore, le seconde mostrano in maniera palese la
volontà di Manzoni di giungere ad una lingua perfetta ed
esteticamente ineccepibile. L’autore, infatti, indirizza i suoi
interventi verso la lingua usata nella Toscana contemporanea, priva
di inflessioni dialettali e quindi più idonea alla creazione di un
capolavoro nazionale.
Il percorso, però, non poteva ancora dirsi concluso e il Manzoni,
perfezionista quale era, progettò una nuova rivisitazione atta a
perfezionare ulteriormente il suo romanzo, questa volta intervenendo
quasi esclusivamente sull’aspetto linguistico; a tal proposito
effettuò, nel 1827, un viaggiò a Firenze, con il dichiarato intento
di “risciacquare i panni in Arno”, ossia di immergere
metaforicamente il romanzo nella cultura toscana, estraendolo
permeato di tutti i caratteri propri della lingua fiorentina. A causa
di problemi familiari e di salute, il lavoro subì un rallentamento,
ma tra il 1840 e il 1842, l’edizione definitiva dal titolo I
Promessi Sposi, nota anche
con il nome di Quarantana,
vide la luce apparendo in dispense.
Il valore
intrinseco del romanzo manzoniano, in definitiva, non può
considerarsi esclusivamente narrativo, sarebbe un grossolano errore;
è il valore linguistico ad essere assolutamente straordinario e, di
fatto, fondamentale per la creazione di una lingua letteraria
nazionale.
NOME/COGNOME Matteo Andriola
DATA DI NASCITA 28/04/1982
E-MAIL
matteo.andriola@email.it
Twitter: @matteoandriola
No hay comentarios:
Publicar un comentario